Anche nella scuola, se un docente è in piedi davanti alla cattedra e sta decidendo quale bambino interrogare, il suo ruolo non modifica la pari dignità delle persone presenti in classe a meno che non ci sia da parte di uno dei ruoli una presa di potere tale che lo erge a rango superiore rispetto all’altro solo per il suo ruolo. Oppure quando un padre dedica più tempo ai propri figli e sua moglie gli sarà grata di averla alleviata di una responsabilità, l’interesse comune dei genitori crescerà solo se il padre si sentirà essere umano più completo come risultato del suo rapporto con i figli, diversamente si tratterà solo di aver dato una mano in casa.
Sofisticherie di pedagogista? Non direi.
In altre parole Gustavo Zagrebelsky sostiene che “la dignità di un essere dovrebbe implicare come minimo che ci si accorga della sua esistenza, che gli altri si accorgano di noi, che ognuno possa lasciare una traccia del proprio passaggio nella società. Non è forse questo il diritto più fondamentale di tutti?“.
La nostra capacità di comportarci spontaneamente con uguale dignità nei confronti del partner adulto, del bambino, dell’alunno, dipenderà dalla famiglia e dai ruoli che abbiamo rivestito. Se non abbiamo mai esperito la sensazione di pari dignità, può essere davvero difficile rapportarsi agli altri con questa visione, per alcuni risulterebbe persino inopportuno.
Iniziare a ragionare su questi elementi con altri sguardi, anche attraverso un laboratorio di teatro d’infanzia come BimboTeatro significa allenarsi alla costruzione di un nuovo punto di vista, ad un rapporto di uguale dignità, qualsiasi sia il tempo della nostra vita, diventando consapevoli dell’imprescindibilità di questo significato verso la formazione di cittadini del futuro per nuove civiltà di luce.