“La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità”
D. Ikeda
Essere educatori significa principalmente porre l’accento sulla possibilità di una trasformazione interiore che faccia emergere il massimo potenziale umano.
L’obiettivo è senz’altro quello di liberarsi dalle catene del “piccolo io” imprigionato dall’ego, dall’autocelebrazione e aprirsi all’indagine del “grande io” capace di preoccuparsi e di agire per gli altri.
Gocce di luce nel cuore dei bambini
In questo lungo cammino l’incontro da fare è quello con il bambino interiore. Le ferite d’infanzia ostacolano l’avanzare, cristallizzano in copioni relazionali e comportamentali che impediscono la visione di nuovi paesaggi.
Sarà dunque imprescindibile intraprendere un cammino di formazione continua, essenziale a consentire la costanza, la programmabilità dell’aggiornamento del fare educativo legato alla ricerca e alla sperimentazione, lì dove per aggiornamento non si confonda quello a “pioggia”, puro consumo delle novità, ma quello praticato all’interno di un corollario epistemologico che provi a tracciarne il senso.
L’attività d’aggiornamento richiede un lavoro d’équipe affinché si possa contribuire alla realizzazione di una cooperazione educativa.
Un educatore che si pone questo obiettivo sarà di certo un vero “maestro” che per primo avrà insegnato a se stesso il valore e la meraviglia dell’inatteso, dell’evento e il dono di poterne far parte insieme ai bambini.
Lo spirito di ricerca è la più alta forma di visionarietà che l’essere umano possa concepire. È impulso alla vita. È slancio vitale che spinge verso realizzazioni sempre più complesse. Appartiene alla nostra specie da sempre, è radicato nelle profondità delle aree sottocorticali e risponde ai bisogni di sopravvivenza. È veicolo che trasporta oltre i limiti della precarietà della mente e della ragione. È trasformazione e pericolo, abisso e riscatto, paura e luce. È la ragione stessa dell’esserci.
La domanda è l’unica via, il cammino è l’antico mistero, la fiducia è la spada per avanzare come gocce di luce nel cuore del bambino interiore e, solo dopo, in quello di tutti gli altri bambini.