Dal movimento esplorativo all’azione teatrale per la conoscenza del sé attraverso la ricerca empirica

Uno degli accessi alla via creativa consiste nello scoprire in se stessi una corporeità antica alla quale si è collegati da una relazione ancestrale forte. […] Ogni volta che scopro qualcosa ho la sensazione che sia ciò che ricordo. Le scoperte sono dentro di noi, e bisogna fare un viaggio all’indietro per arrivare fino a esse”.

J. Grotowski

Il linguaggio corporeo, che precede quello verbale, ci mette in contatto con aspetti del nostro sé molto profondi.

Nella ripetizione vive una memoria biologica

Jerzy Grotowski, regista teatrale polacco, una delle figure di spicco dell’avanguardia teatrale del Novecento, sostiene che, quando l’attore attinge alla condizione primaria di espressività corporea ancestrale, la vita torna ad essere di grande intensità e diventa ritmica. Il ritmo, secondo Luciano Mariti, professore ordinario di Discipline dello spettacolo dell’Università La Sapienza di Roma, [Mariti, 2012] è la prima forma di organizzazione e stabilizzazione del tempo poiché ripetizione, che è regolazione della spontaneità, organizzazione delle pulsioni e correlazione tra organicità e struttura. Nella ripetizione, secondo Mariti, vive una memoria biologica che ci accompagna da sempre che si riattiva nella produzione del rituale, autoregolandosi.

L’espressività corporea, praticata nel laboratorio attraverso il movimento esplorativo, la relazione, la ripetizione e la variazione, è parte fondante del progetto educativo di BimboTeatro, che ha l’obiettivo di stimolare i bambini a esprimere la propria unità e unicità, attraverso una conquista progressiva della conoscenza di sé. […]